Il 3 maggio
scorso, per la prima volta in Italia, un ampio numero di Unità di
Strada o di Contatto afferenti alle reti nazionali, ai progetti di
emersione e identificazione per le vittime di tratta a scopo di
sfruttamento sessuale finanziati dal Dipartimento delle Pari
Opportunità e un ulteriore gruppo di enti sono usciti
contemporaneamente, nelle ore tardo serali/notturne, per costruire un
osservatorio nazionale delle presenze in strada di persone che si
prostituiscono.
E’ stata un’azione
promossa congiuntamente delle reti nazionali CNCA, Piattaforma
Nazionale Antitratta e Numero Verde Antritratta (800 290 290) - che
da anni operano per l'aggancio ed il contatto con per persone che si
prostituiscono sulle strade della penisola.
Complessivamente 46
Enti, appartenenti al privato sociale e del pubblico, hanno mappato i
territori di 50 Province (su 93) e di 11 Città
Metropolitane (su 14). Complessivamente sono giunti dati da 93
aree territoriali diverse, coinvolgendo 19 Regioni su 21 .
Il dato complessivo è di
3.280 persone osservate, molte delle quali già conosciute,
agganciate e contattate dai servizi in un costante e capillare lavoro
di prossimità e vicinanza con persone che vivono condizioni di
sfruttamento, vulnerabilità o di libera scelta.
La popolazione osservata
è composta per l’82,1% da donne ed il restante il 17,8%
da transessuali e 1% da uomini.
Dall’osservazione
emerge inoltre che – a detta degli operatori – il 5,1% delle
persone viste sembravano essere minorenni.
Inoltre, il 40% delle
presenze erano dell’area dell’Est Europeo (il 75% delle
quali provenienti dalla Romania), il 38,3% dell’Africa (la
quasi totalità dalla Nigeria), il 17,8% dall’America
Centro-Meridionale (quasi esclusivamente transessuali di Brasile,
Ecuador e Perù) e l’ 1,3% dall’Asia (Cina in
particolare). Le presenze italiane costituivano il 2,7%
dell’intera popolazione.
Emerge in modo chiaro la
quantità di persone che vengono contattate, informate e
sensibilizzate dagli operatori sulla prevenzione delle malattie
sessualmente trasmissibili, che rende loro protagoniste di azioni di
informazione e prevenzione verso i loro clienti, e indirettamente i
loro partners, riducendo così i rischi di malattie trasmissibili
nella collettività. La prevenzione e l'accompagnamento ai servizi
sanitari per la diagnosi e cura, sono alla base di molti interventi
rivolti alle persone che si prostituiscono, unitamente alla
promozione dei loro diritti alla cura e all'accesso ai servizi
pubblici che vengono proposti in alternativa ad un circuito
“sanitario” clandestino connesso con organizzazioni criminali che
controllano la prostituzione.
Le Unità di Contatto
svolgono anche un ruolo nell'individuazione di persone che sono
vittime o potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento
sessuale, controllate da organizzazioni criminali; a queste persone
viene proposta l'opportunità di accedere ai programmi di protezione
sociale e di inclusione socio lavorativa finanziati dal Dipartimento
Pari Opportunità.
Inoltre, gli operatori
consentono la prossimità e la vicinanza a persone che vivono una
temporanea condizione di fragilità e vulnerabilità, senza mai
giudicarne condizione o comportamento, garantendo sempre supporti di
varia intensità che partono dai bisogni individuali.
L'azione nazionale
congiunta, oltre a fornire una fotografia di quella sera sulle strade
italiane, restituisce molte informazioni anche qualitative. I dati
non hanno l'obiettivo di essere esaustivi e definitivi, ma
testimoniamo una presenza complessa e articolata che non può essere
sotto o sopravalutata nella definizione di politiche sociali e
sanitarie, nazionali e locali. Le organizzazioni che hanno
partecipato alla rilevazione nazionale del 3 maggio rappresentano,
non solo l’elemento di contatto con la popolazione che si
prostituisce in strada ma, costituiscono una rete, professionale e
seria, per l’interlocuzione con i soggetti che si prefiggono,
istituzionalmente, al governo dei territori e alla costruzione di
politiche sulla prostituzione.
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